Birrificio San Quirico

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Elenco dei prodotti per produttore Birrificio San Quirico

In Toscana, nel cuore della Val d’Orcia, il Birrificio San Quirico produce birre artigianali d’eccellenza utilizzando materie prime locali accuratamente selezionate. Le etichette del Birrificio San Quirico sono prodotte in quantità limitata, senza utilizzo di conservanti, aromi e additivi chimici, e racchiudono in sé i valori che da sempre questo territorio incarna: storia, natura, cultura e una suggestione unica al mondo.



Il Birrificio



ll Birrificio San Quirico si trova in un antico edificio medievale  nel centro storico di San Quirico d'Orcia (Siena) lungo il tracciato della Via Francigena (un tempo usato come luogo di sosta per i pellegrini diretti a Roma). L'attuale impianto produttivo, costruito artigianalmente in rame, è in grado di produrre birra artigianale di grande qualità con ricette tradizionali e con sistemi di qualità all'avanguardia.



La produzione



Per produrre le nostre birre abbiamo scelto di utilizzare materie prime locali accuratamente selezionate: il grano viene acquistato direttamente da piccoli coltivatori della Val d'Orcia di nostra fiducia, che praticano l'agricoltura biologica e non hanno mai fatto uso di sostanze chimiche o di sintesi. Il malto ed il luppolo sono forniti da selezionati rivenditori italiani che li acquistano da aziende artigianali del Nord Europa (in particolare Germania e Regno Unito), delle quali sono in grado di confermare e garantire la qualità dei prodotti. L'acqua utilizzata è quella del Vivo d'Orcia (Monte Amiata), perfetta in termini di concentrazione di sali minerali, pH e durezza, e quindi particolarmente indicata per la produzione di birra. La preparazione della birra richiede diversi step di lavorazione. Il primo riguarda la preparazione del mosto (ammostatura), nella quale il malto viene miscelato con acqua tiepida e successivamente portato a temperature più elevate, circa 60-70 gradi. Con questa operazione l'amido ancora presente nel malto si trasforma in zucchero, il cosiddetto maltosio, e si ottiene una soluzione zuccherina - il mosto - che viene successivamente separata dalle trebbie, ossia dai residui insolubili della miscela, mediante una filtrazione. Sulle trebbie rimaste nel filtro viene fatta passare acqua calda per estrarre le ultime tracce di aromi e zuccheri rimasti inglobati. Il mosto viene quindi immerso in una caldaia e riscaldato fino al punto di ebollizione. La bollitura serve tra l'altro per la sterilizzazione e la concentrazione del mosto. Durante la cottura viene effettuata un’altra importante operazione: l'aggiunta del luppolo (ed eventualmente di altri aromatizzanti naturali), che conferisce il caratteristico sapore amarognolo alla birra, nonché l'inconfondibile aroma. A questo punto il mosto viene raffreddato e portato a temperature adatte alla fermentazione tramite lieviti. Nello specifico, se si effettua una fermentazione dai 6 ai 12 gradi si devono usare lieviti a bassa fermentazione, mentre se si lavora dai 15 ai 20 gradi (come nel caso del Birrificio San Quirico), si usano quelli ad alta fermentazione. La fermentazione avviene in appositi fermentatori in acciaio inox. L'attore principale è il lievito, che trasforma gli zuccheri e gli aminoacidi presenti nel mosto in alcool, anidride carbonica e sostanze aromatiche. Verso la fine del processo fermentativo i lieviti tendono a dividersi in due parti: grossi fiocchi che salgono verso la superficie e cellule di sfaldamento che si depositano sul fondo. Alla fine del processo la birra viene imbottigliata o infustata.



Nel caso di birre industriali, la salubrità del prodotto viene garantita mediante la pastorizzazione e la filtrazione prima dell’imbottigliamento. Nel caso delle birre artigianali si opta invece per un sistema atto a preservare le caratteristiche organolettiche e nutrizionali della birra, ovvero la fermentazione in bottiglia.

Consiste nell’aggiungere alla birra già finita e prima dell'imbottigliamento una certa quantità di zucchero e lievito in modo che la fermentazione continui anche dentro la bottiglia, liberando anidride carbonica in grado di competere con l’ossigeno in tutti quei processi ossidativi che deteriorerebbero altrimenti le caratteristiche del prodotto.

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